Negli ricordi di tutti noi sono ancora presenti, indelebili, le immagini di Silvio Berlusconi con indosso la famigerata bandana bianca, un particolare che in un primo momento passò inosservato ma che, poi, si trasformò nella “prova regina”, per l’inconfutabile traccia di quello che l’ex Premier aveva fatto. La mitica bandana, infatti, aveva il compito di celare le cicatrici del trapianto di capelli al quale il Cavaliere si era recentemente sottoposto. Quello del trapianto, infatti, è la soluzione definitiva alla calvizie, un trattamento che fin dagli anni ‘50 ha rappresentato la salvezza per molti.
Trapianto di capelli: un trattamento risolutivo?
Questo trattamento, però, è il più invasivo disponibile, al momento, per contrastare la calvizie. Al di là dell’effetto “wow” che si ottiene, nel sottoporsi al trapianto di capelli, c’è un rovescio della medaglia, che non può essere sottovalutato: le cicatrici. Per quanto le nuove tecniche di trapianto siano evolute e riescano a dare risultati sempre più naturali e durature, le cicatrici sono un danno collaterale inevitabile.
Le cicatrici dopo il trapianto
Le cicatrici, conseguenza del trapianto di capelli, possono essere di due tipi, in base alla tecnica chirurgica utilizzata. Esistono due tecniche chirurgiche per il trapianto di capelli: FUE (estrazione di unità follicolari), e FUT (trapianto di unità follicolari).
Trapianto FUT
Con la tecnica di trapianto FUT (trapianto di unità follicolari), viene rimossa la pelle dalla parte posteriore della testa. La porzione di pelle prelevata, larga pochi centimetri, contiene i follicoli i quali, successivamente, verranno inseriti, attraverso delle micro incisioni, sulla parte della pelle priva di capelli. Questa procedura necessita della semplice anestesia locale, e le cicatrici saranno circoscritte all’area che è stata estratta, e che verrà suturata con punti che, nonostante rimangano in posizione per pochi giorni, lasceranno una cicatrice estremamente visibile, la cui grandezza è proporzionata alla porzione di pelle prelevata.
Trapianto FUE
La tecnica di trapianto FUE (estrazione di unità follicolari), invece, è più lunga e complessa, perchè l’estrazione dei follicoli è singola, e viene effettuata attraverso uno strumento di precisione, che li tira fuori uno per uno, lasciando tante cicatrici grandi più o meno 1 millimetro. I follicoli poi vengono reimpiantati sulle aree da rinfoltire. La procedura è più complessa e lunga rispetto alla FUT, e potrebbe richiedere ripetute sedute lunghe diverse ore, il che porterebbe la durata del trattamento ad alcuni mesi. Questa tecnica lascia al paziente centinaia di micro cicatrici, ma non sono necessari punti, l’intervento è in anestesia locale, e i segni, una volta guariti, avranno l’aspetto di minuscoli puntini bianchi. Le cicatrici, in questo caso, possono essere camuffate con la naturale crescita dei capelli.
Cicatrici inevitabili
Purtroppo le cicatrici sono permanenti, e il loro attenuarsi nel tempo non le farà scomparire del tutto. Dopo il trapianto, però, esse possono essere nascoste facendo crescere i capelli sull’area della testa dalla quale sono stati prelevati i follicoli piliferi, ma inevitabilemte questa procedura porta con sé delle cicatrici, e chi afferma il contrario, al solo scopo di attirare il paziente e spingerlo al trapianto di capelli, porta avanti, ingiustificatamente, un inganno.